La presidenza italiana dell’OSCE e i Balcani occidentali: sfide e opportunità
In occasione della presidenza italiana dell’OSCE per il 2018, questo paper si propone di offrire una riflessione sul ruolo attuale e potenziale dell’Organizzazione nella regione balcanica. Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia, situati geograficamente nel cuore dell’Europa ma esclusi dallo spazio dell’Unione Europea, rappresentano un nodo cruciale per la sicurezza del continente, come risultato evidente negli ultimi anni a causa di fenomeni quali l’intensificarsi degli attraversamenti irregolari di migranti lungo la rotta balcanica o il timore di una crescente diffusione di radicalismo e estremismo violento. A fronte dello stallo nel processo di allargamento, i paesi della regione hanno inoltre sperimentato una generale involuzione democratica. L’OSCE può svolgere un ruolo cruciale per sostenere democrazia, sicurezza e diritti umani nei Balcani Occidentali, grazie alla sua presenza pluriennale sul campo, al concetto di sicurezza onnicomprensiva che lega le sue diverse dimensioni di intervento, alla neutralità e condivisione di obbiettivi, valori e strumenti di valori. L’operato dell’OSCE può indirettamente sostenere anche le prospettive di adesione dei paesi balcanici all’Unione Europea, favorendo il raggiungimento degli standard richiesti dall'allargamento attraverso le sue attività di training e capacity building. La presidenza dell’OSCE da parte dell’Italia, paese da sempre vicino alla regione balcanica per motivi geografici, storici, culturali ed economici, rappresenta in questo senso una importante opportunità, per valorizzare l’operato dell’Organizzazione nella regione massimizzandone efficienza e impatto.