Imprese Italiane in Africa: nuove opportunità con il Piano Mattei

Letizia Pizzi
Direttore Generale - Confindustria Assafrica & Mediterraneo

Le evoluzioni geopolitiche ed economiche degli ultimi anni hanno fatto emergere ancora una volta l’importanza dell’Africa per l’Europa e per l’Italia. In questa continua evoluzione, non solo sono cambiate le dinamiche internazionali e si sono definite nuove alleanze, ma si stanno trasformando anche le filiere delle nostre aziende. Molte imprese europee e italiane stanno cercando di diversificare le proprie catene di approvvigionamento, guardando con maggiore interesse ai Paesi africani. L’Africa è interessante anche per il necessario percorso di industrializzazione nel Continente.  Allo stesso tempo, con una classe media in aumento e tassi di crescita economica superiori a quelli della maggior parte dei Paesi sviluppati, il mercato africano diventerà sempre più interessante per gli esportatori dell'UE che cercano di diversificare i propri mercati. Secondo le proiezioni della Banca Africana di Sviluppo (AfDB), 17 economie africane cresceranno di oltre il 5% nel 2024. Le sfide che le “tante afriche” devono affrontare sono e saranno numerose e complesse, ma genereranno altrettante nuove opportunità, anche per le nostre imprese: dalla sicurezza alimentare al divario digitale, dall’elettrificazione al gap infrastrutturale. La popolazione, che toccherà i 2 miliardi nel 2050, e i giovani, in particolare, costituiscono una leva determinante allo sviluppo per cogliere a pieno i benefici del "dividendo demografico" assieme all’emergere di un’imprenditorialità che si ritrova in start up e incubatori.

In questo contesto, le relazioni commerciali e di investimento tra l’Italia e il Continente rimangono molto al di sotto del loro potenziale, considerando che l’Africa potrebbe assorbire ben più dell’attuale 3,3% dell’export italiano totale.  Anche a livello europeo, sebbene l'UE sia il principale partner commerciale dell'Africa e la principale fonte di investimenti diretti esteri (IDE) nel continente, il commercio e gli investimenti rimangono concentrati in alcuni Paesi e settori. Uno dei motivi è la natura frammentata dei mercati africani, la carenza di infrastrutture e gli elevati costi commerciali regionali, a cui la African Continental Free Trade Area (AfCFTA) sta cercando di dare delle risposte concrete. Come Confindustria Assafrica & Mediterraneo riteniamo che i progetti finanziati dall’UE nell’ambito del Global Gateway potranno senz’altro essere un volano per una presenza più forte e strutturata delle imprese italiane nel Continente africano. Il Piano Mattei si inserisce in questo quadro di azione anche a livello G7, come dimostra l’intesa raggiunta sul contributo italiano al Corridoio di Lobito, uno dei progetti strategici del Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII).

Con l’adozione del Piano Mattei abbiamo registrato una accelerazione da parte delle imprese nel volere essere partecipi e presenti nel Continente africano. Rispetto ai decenni precedenti in cui in Africa operavano maggiormente le grandi aziende, oggi sono sempre di più le PMI che ci chiedono di essere affiancate in questi mercati, come dimostra l’aumento delle adesioni di queste ultime alla nostra Associazione. Da oltre 40 anni, Confindustria Assafrica & Mediterraneo supporta e accompagna le aziende italiane in Africa e Medio Oriente, con una visione strategica ed a lungo termine, basata sullo scambio di know-how, sulla formazione del personale locale e sulla promozione di progetti di reciproca convenienza. Le attività dell’Associazione si inseriscono pienamente nella linea tracciata dal Piano Mattei. Solamente nel corso dell’ultimo anno abbiamo organizzato molteplici iniziative e Business Forum con rappresentanti del mondo istituzionale e del settore privato, tra cui oltre dieci con Presidenti, Primi Ministri e Ministri provenienti da Paesi africani, accompagnati dalle rispettive delegazioni imprenditoriali. A fine gennaio, abbiamo organizzato la nostra Assemblea Pubblica alla presenza del Presidente della Banca Africana di Sviluppo (AfDB), Akinwumi Adesina, il quale ha presentato al settore privato italiano le priorità strategiche e i progetti dell’istituzione finanziaria panafricana. Triangolare le risorse messe a disposizione dal Piano con le Banche di Sviluppo è prioritario per finanziare progetti infrastrutturali di ampio respiro e attrarre altri partner internazionali, come prevede il Fondo speciale multidonatori istituito dal Governo italiano e dall’AfDB durante il G7 lo scorso giugno: “il nostro partenariato – ha dichiarato il Presidente Adesina in tale occasione - genererà impatti significativi in termini di sviluppo in tutti i Paesi africani, amplierà l'accesso all'energia, affronterà il cambiamento climatico, sosterrà la sicurezza alimentare, potenzierà i servizi sanitari, e migliorerà le competenze e i posti di lavoro per i giovani. Tutto ciò contribuirà a creare maggiori opportunità economiche in Africa e ad arginare le spinte migratorie”. Proprio in occasione degli incontri con i Governi locali, le Ambasciate africane in Italia e le Banche multilaterali di sviluppo, ci viene richiesta una maggiore presenza delle imprese italiane nel Continente, con idee da sviluppare per far crescere i rispettivi tessuti economici ed industriali come ha auspicato il PM ugandese, Robinah Nabbanja, a margine del recente Meeting di Rimini: “il nostro Governo sta creando centri di formazione e hub di innovazione tecnologica. Abbiamo già 8 parchi industriali e li porteremo a 25, creando 5 milioni di posti di lavoro. Non sono solo progetti. Un solo programma ha creato oltre settemila piccole imprese e 16mila posti. Cerchiamo partner. Guardiamo al piano Mattei come a una grande opportunità di sviluppo”. In particolare, le controparti africane esprimono grande interesse per la tecnologia e i macchinari italiani, ben consapevoli di come il Made in Italy possa contribuire positivamente al processo di diversificazione e industrializzazione dei loro rispettivi Paesi. La formazione dei giovani è un altro tema imprescindibile sia per i dirigenti africani che per le imprese italiane. Diversi progetti delle nostre aziende associate hanno programmi volti a rafforzare le competenze del personale locale in diversi settori, dal digitale all’agribusiness. Il settore privato sta raccogliendo la sfida e ha risposto con entusiasmo l’adozione del Piano Mattei, che propone un approccio strategico collaborativo con i paesi del continente africano, come strumento per avviare e rafforzare partenariati industriali stabili e di lungo periodo e, soprattutto, che rilancia il ruolo centrale delle imprese nell’implementazione dei progetti, come ha evidenziato, lo scorso 27 settembre, il Ministro Plenipotenziario Fabrizio Saggio, Consigliere Diplomatico del Presidente del Consiglio dei ministri e Coordinatore della Struttura di Missione del Piano Mattei, ad un incontro con le aziende associate a Confindustria Assafrica & Mediterraneo: “grazie al vostro fondamentale apporto che i progetti possono essere messi a terra, in maniera coordinata e nello spirito di un partenariato paritario, basato su un metodo che ha alla base l'ascolto delle esigenze dei nostri interlocutori africani e l'obiettivo del raggiungimento di mutui benefici”. Il rafforzamento del supporto istituzionale italiane in Africa potrà consentire alle nostre imprese di essere più competitive rispetto ad attori del mercato globale spesso espressione di dumping socio-ambientale e portatori di competenze tecnologiche poco qualificate. In questo senso sono determinanti gli strumenti finanziari volti a sostenere l’affiancamento finanziario ed assicurativo, compresa la possibilità di ottenere garanzie pubbliche, blending e strumenti di de-risking, per permettere alle imprese nazionali di investire e operare in modo stabile in questi complessi mercati. L’attenzione di Cassa Depositi e Prestiti, che investe oltre il 50% del suo portfolio Cooperazione Internazionale allo Sviluppo nel Continente, la nuova Misura Africa di SIMEST, l’impegno di SACE, con la Push strategy e l’apertura di un nuovo ufficio in Marocco, contribuiscono a rafforzare la competitività delle imprese e l’architettura del Piano Mattei. Lo scorso luglio, inoltre, CDP e la Banca Africana di Sviluppo hanno annunciato investimenti per sostenere la crescita del settore privato africano attraverso la piattaforma Growth and Resilience platform for Africa (GRAf), come ha dichiarato l’Amministratore Delegato di CDP, Dario Scannapieco: “apriamo oggi un nuovo importante canale attraverso il quale puntiamo a mobilitare fino a 750 milioni per progetti e iniziative a diretto beneficio dell’Africa nell’ottica di una crescita comune come previsto dall’impegno assunto dal nostro Governo attraverso il Piano Mattei. Lo sviluppo di lungo termine del nostro Paese è intrinsecamente legato alla crescita del Continente africano e in particolare del suo settore privato: siamo fiduciosi che questa nuova collaborazione sarà in grado di incentivare opportunità significative anche per le nostre imprese su settori strategici come l’agricoltura, le infrastrutture e la manifattura, nei quali il nostro Paese ha realtà di eccellenza”.

Grazie a queste misure e a un maggiore coinvolgimento di tutti gli attori del Sistema Paese, compresa la rete diplomatica e gli Uffici ICE in loco, le eccellenze italiane si sentono sicure di operare in questi Paesi e pronte a dare il loro contributo ai processi di industrializzazione e diversificazione delle economie africane. Confindustria Assafrica & Mediterraneo è proiettata verso tale visione, portando il suo contributo e quello delle imprese associate verso l’adozione di una strategia industriale per lo sviluppo di partnership locali sul mercato africano. L’Associazione, inoltre, continuerà a favorire il coordinamento tra il settore privato e le istituzioni italiane e a promuovere una strategia industriale che porti valore aggiunto, occupazione e know-how nelle filiere di produzione locali, in linea con le priorità tracciate dal Piano Mattei. Il supporto delle istituzioni italiane alle imprese attive in Africa non è mai stato così sostanzioso come in questo ultimo anno. Il Piano Mattei ha senza dubbio ridato centralità e importanza strategica all’Africa all’interno della politica estera del nostro Paese e offerto un modello di cooperazione reciprocamente vantaggiosa tra i due continenti. Il settore privato italiano è pronto a dare il proprio contributo ai progetti in corso e a quelli futuri, così come nel segnalare le priorità del settore privato nella designazione di nuovi paesi e settori pilota.