L’Iniziativa Open Balkans potrebbe avere ripercussioni negative per i Balcani Occidentali
Uno studio condotto dalla Rockefeller Brothers Foundation ha posto l’attenzione sulle ripercussioni negative che l’iniziativa Open Balkans potrebbe avere sulla stabilità regionale e sulla cooperazione tra Stati dei Balcani Occidentali ed Unione Europea
L’iniziativa, rimarca lo studio, potrebbe avere conseguenze sul carattere simbolico e reale della cooperazione, minando l’obiettivo del Mercato Comune Regionale lanciato dal Processo di Berlino. Il motivo, secondo lo studio, è che l’iniziativa Open Balkans permetterebbe ai paesi membri di progredire più velocemente nella cooperazione economica, bypassando le dispute bilaterali che bloccano le decisioni a livello regionale.
Lo studio evidenzia non solo un’asincronia economica, ma anche politica.
L’iniziativa, infatti, potrebbe esacerbare le divisioni regionali tra i suoi Stati membri – Serbia, Macedonia del Nord e Albania – e i restanti Stati che non ne fanno parte – Kosovo, Montengro, Bosnia-Erzegovina- , dal momento che il progetto viene mal visto sia dal governo kosovaro, che non ne condivide gli obiettivi, sia dal governo della Bosnia-Ersegovina, che vede nell’iniziativa una minaccia alla propria indipendenza.
L'iniziativa Open Balkan è stata lanciata nel 2019 dai leader di Albania, Serbia e Macedonia del Nord per facilitare la libera circolazione di persone, beni, servizi e capitali nella regione. Kosovo, Montenegro e Bosnia-Erzegovina si sono rifiutati di aderire, sostenendo che una tale iniziativa creerebbe una sovrapposizione con la cooperazione economica regionale prevista dall’agenda di integrazione europea e dal processo di Berlino – istituito nel 2014 come piattaforma per la cooperazione tra i sei paesi dei Balcani occidentali e Stati membri ed istituzioni dell'UE.
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