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News: La CEDU dichiara la legge elettorale della Bosnia-Erzegovina discriminatoria

29 Agosto 2023

Con la Sentenza ECHR 235 (2023), la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) si è espressa circa il ricorso di Slaven Kovačević, consigliere di Željko Komšić,  membro croato della Presidenza tripartita della Bosnia-Erzegovina, il quale ha denunciato la scarsa rappresentatività della Costituzione della Bosnia-Erzegovina.

La Costituzione della Bosnia-Erzegovina prevede una Presidenza tripartita: un membro bosgnacco e uno croato per la Federazione della Bosnia-Erzegovina, ed un membro serbo per la Republika Srpska. Questa formula, quindi, esclude i cittadini che non si riconoscono in nessuna delle tre etnie costituenti, sia in termini di elettorato passivo che attivo.

Il ricorrente – non riconoscendosi in nessuna delle tre categorie etniche rappresentate – ha denunciato il fatto di non essere stato adeguatamente rappresentato durante le elezioni presidenziali del 2022, nonché di non potersi candidarsi alla Camera dei popoli dell’Assemblea parlamentare.

La Cedu ha stabilito che il Paese stesse violando l’Art. 1 del Protocollo n.12 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo circa il “Divieto generale di discriminazione”, aggiungendo che l’attuale sistema politico della Bosnia-Erzegovina fosse fortemente discriminatoria rispetto ai cittadini delle etnie minoritarie, acuendo le divisioni etniche e compromettendo la democraticità del sistema elettorale.

La sentenza della Corte si muove nella direzione di una riforma costituzionale già più volte auspicata dall’Unione Europea in previsione dell’allargamento.

 

 

 

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