News: Serbia: continuano le proteste sul progetto di estrazione di litio
Continuano le proteste a Belgrado contro il progetto di estrazione di litio nel distretto di Mačva. Le proteste sono scoppiate nel luglio 2024 a seguito della firma di un memorandum d'intesa con l’UE, che avvia un partenariato strategico sulle materie prime sostenibili, le catene del valore delle batterie e i veicoli elettrici.
La vicenda ha inizio nel 2004, quando un gruppo di geologi scoprì lungo il corso del fiume Jadar, un nuovo minerale, un borosilicato di litio e sodio, che prese il nome di Jadarite. Il giacimento di jadarite in Serbia è ad oggi il più grande deposito di litio d’Europa, che potrebbe potenzialmente arrivare a coprire fino al 10% della domanda mondiale di litio - ad oggi i maggiori produttori di litio sono Cile, Messico, Australia, Argentina e Cina, con modeste quantità trovate anche in Spagna e Portogallo.
Nel 2017, il governo serbo ha firmato con la multinazionale anglo-australiana Rio Tinto un memorandum d’intesa per dar via al progetto di estrazione, ma già dal 2021 sono scoppiate nel paese diffuse proteste popolari a causa dei timori ambientali legati allo sfruttamento – sono ancora aperte le questioni riguardo l’inquinamento e il consumo di acqua necessari per l’estrazione e la lavorazione, nonché la gestione degli scarichi dei rifiuti industriali.
Anche il Parlamento Europeo, con la risoluzione del 16 dicembre 2021, ha espresso “profonda preoccupazione per i gravi problemi di corruzione e le violazioni dello Stato di diritto” legati al progetto finanziato dalla multinazionale.
Le pressioni dell’opinione pubblica sono state tali che, nel 2022, il governo serbo si è visto costretto a fermare il piano per l’estrazione.
Tuttavia, l’11 luglio 2024 la Corte Costituzionale serba ha dichiarato incostituzionale la decisione del governo di fermare il progetto di estrazione.