Ci sono molti conflitti armati e violenze interne agli Stati nel mondo che non ricevono dai mass-media adeguata copertura e attenzione, pur trattandosi di conflitti devastanti per le persone che ci vivono e, spesso, di conflitti decennali.
Attualmente ci sono 55 conflitti armati attivi tra Stati, che concorrono a fare del 2022 l’anno più letale dai tempi del genocidio del Ruanda nel 1994.
Dopo una breve presentazione della natura multidimensionale e complessa dei conflitti armati in atto, l’approfondimento illustra e analizza alcuni dati di riferimento, utilizzando la base-sati predisposta dall’Uppsala Conflict Data Program (UCDP).
Al fine di rappresentare meglio il quadro complessivo a livello mondiale, sono poi evidenziati i punti di connessione tra tre indici costruiti per misurare lo stato di salute in termini di conflitti nel mondo:
1. L’indice di pace globale;
2. Il Global Terrorrism Index 2023;
3. L’Indice degli Stati Fragili (Fragile States Index, FSI)
Sono poi approfondite con maggiore dettaglio analitico sei “guerre dimenticate” che interessano i diversi continenti del Sud globale: Afghanistan, Haiti, Mali, Nagorno-Karabakh, Sudan del sud, Yemen.
Non si tratta di sei casi rappresentativi dell’intero universo di guerre in corso, ma sicuramente sono casi che permettono di cogliere elementi ricorrenti e specificità di ogni contesto, che meritano grande attenzione.