Il Global Gateway in America Latina. Strategia europea e opportunità per l’Italia: un bilancio intermedio
È passato un anno da quando, durante il III vertice tra Unione europea e la Comunità di Stati latinoamericani e dei Caraibi (CELAC), le autorità europee hanno presentato il loro principale strumento di politica estera verso l’America Latina e Caraibi (ALC): il Global Gateway (GG), un piano di investimenti per 45 miliardi di euro, di provenienza pubblica e privata, nei settori energetico, digitale, trasporti, protezione dell’ambiente, educazione e salute.
Si tratta di un piano dalla duplice valenza: da un lato quella tradizionale degli investimenti, che perseguono la logica del profitto del settore privato, e dall’altro dal valore geopolitico, un piano che punta a riallacciare i rapporti con un’area del mondo che considera non solo un partner commerciale, ma anche un socio strategico con il quale condivide valori liberali, cultura e prospettive sulla governance globale.
Non è ancora tempo di bilanci, ma si possono registrare già alcune tendenze di fondo sullo stato di attuazione, le prospettive di sviluppo e i possibili ostacoli del GG in ALC. Tra queste tendenze, se ne osservano alcune non positive che possono far prevedere il mancato raggiungimento degli obiettivi del GG fissati per il 2027.
In questo quadro, si presenta un’opportunità per l’Italia, sia per lo Stato sia per le imprese, rappresentata da una più attiva partecipazione nell’EU-LAC Global Gateway Investment Agenda (GGIA) verso ALC, sia per cogliere le opportunità date dagli investimenti e dagli scambi economici con ALC, sia come occasione per concorrere a determinare la politica europea verso la regione latinoamericana e superare i limiti del GG.