Il nuovo corso politico in Etiopia e i suoi riflessi sulle dinamiche interne e regionali

Marco Zupi
Approfondimento n. 160 per l'Osservatorio di Politica Internazionale
Data: 
2020

Nell’aprile 2018 Abiy Ahmed è diventato Primo ministro dell’Etiopia e ha rapidamente siglato un accordo di pace con il primo ministro eritreo Isaias Afwerki, dopo decenni di conflitto a bassa intensità, attirandosi il favore della comunità internazionale, come dimostra il prestigioso riconoscimento del premio Nobel per la pace a ottobre del 2019. Tuttavia, i problemi politico-istituzionali, economici e sociali che l’Etiopia deve affrontare oggi all’interno non sono diminuiti; così come il dinamismo del Governo etiope si deve confrontare con numerosi problemi sul fronte delle relazioni intra-regionali in Africa orientale e nel Corno d’Africa.

Nel cercare di evidenziare luci e ombre dello scenario attuale etiope, con le grandi opportunità e i rischi che si pongono, l’approfondimento descrive anzitutto il quadro politico interno, evidenziando la situazione ereditata dal passato e proiettandosi verso l’appuntamento elettorale fissato per agosto 2020.

Il miracolo economico dell’Etiopia, in termini di tassi elevati di crescita economica, sorprendenti nel caso di un paese povero senza grandi risorse naturali, è un dato aggregato che rischia di oscurare una realtà profonda di povertà persistente in termini assoluti, ancor maggiore se si considerano dimensioni extra-economiche di squilibri territoriali e di genere che entrano in un circolo vizioso con l’elevata crescita demografica, in un contesto economico non in grado di assicurare opportunità di impiego a condizioni dignitose alla popolazione.

 

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