La migrazione nel Piano Mattei
Oggigiorno è sempre più evidente la necessità di un nuovo modello di cooperazione transnazionale e di sviluppo reciproco, che coinvolga molteplici attori, per far fronte alle trasformazioni globali, quali la transizione demografica, le crescenti disuguaglianze, i conflitti e i cambiamenti climatici. Nessuna di queste può essere affrontata efficacemente senza considerare il tema della migrazione. In questo contesto, il Piano Mattei si propone come un modello di cooperazione, sviluppo e partenariato paritario con le nazioni africane, volto a plasmare la strategia italiana per l'Africa negli anni a venire. La migrazione è uno dei punti cardine del Piano Mattei, che include, tra gli obiettivi, gestire efficacemente la migrazione regolare, prevenire e combattere la migrazione irregolare e il traffico di essere umani. Tuttavia, è importante considerare che la migrazione è un fenomeno multifattoriale, che influenza, e al contempo è influenzato da, fattori economici, sociali, culturali e climatici. Pertanto, la migrazione è in realtà intrecciata in modo trasversale alla gran parte delle direttrici di intervento del Piano, quali sicurezza alimentare, mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, salute e istruzione. La migrazione è inoltre parte integrante del Processo di Roma, lanciato nel contesto della Conferenza Internazionale Sviluppo e Migrazioni del 23 luglio 2023. Il Piano Mattei si allinea con la visione sulla migrazione del Processo di Roma e ne riprende gli obiettivi. Difatti, il Processo di Roma marca l’impegno condiviso multilaterale a promuovere percorsi regolari e sicuri per la migrazione al fine di guidare i processi di sviluppo sostenibile, affrontando al contempo i molteplici fattori legati alla migrazione e agli spostamenti forzati a livello internazionale, e contrastando la tratta e il traffico di esseri umani nel Mediterraneo, Medio Oriente e Africa.
Ai fini di un’efficace implementazione del Piano Mattei, è necessario adottare un approccio olistico che consideri la migrazione nell’insieme delle sue interconnessioni e che includa il coinvolgimento di più attori, come i governi, la società civile, il settore privato, e le organizzazioni internazionali, sia a livello italiano che africano. La collaborazione con queste ultime è fondamentale in quanto sono tra i principali protagonisti nell’implementazione delle iniziative nella cooperazione allo sviluppo. Tra queste, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha l’obiettivo di massimizzare il potenziale e i benefici della migrazione per promuovere lo sviluppo sostenibile, sia per i migranti che per le società, adottando un approccio olistico, whole-of-government e whole-of-society – visione che è stata espressa dall’OIM nel contesto della sua partecipazione al Vertice Italia – Africa. Inoltre, l'OIM ha fornito diversi contributi al Piano d'Azione del Processo di Roma, tra cui l'inclusione di una migrazione regolare e sicura; il sostegno ai meccanismi di protezione per identificare e proteggere le vittime e sostenere l'accesso alla giustizia; skill matching e riconoscimento delle competenze. A tal proposito, l’OIM contribuisce attivamente ai Gruppi di Lavoro Migrazione e Sicurezza, Economia e Sviluppo, e Clima ed Energia, istituiti per l’attuazione del Processo.
Tra i molteplici di attori che dovrebbero essere coinvolti nel Piano Mattei, una categoria che sembrerebbe ancora mancare è quella delle comunità diasporiche africane in Italia, le quali, oltre ad individuare in modo più diretto ed efficace i bisogni nei propri Paesi di origine, sono tra le prime a mobilitarsi in caso di emergenze o in fase di ricostruzione.
Grazie alla loro capacità di mobilitare e fornire risorse rapidamente sul campo e di raggiungere i soggetti più vulnerabili attraverso reti locali, le diaspore contribuiscono a rendere operativo il nesso tra aiuti umanitari, sviluppo e pace (HDPN) e si propongono come un partner solido per garantire la continuità degli interventi in questo ambito. In un’ottica di localizzazione e decolonizzazione degli aiuti, le diaspore hanno quindi un ruolo di primo piano nel garantire interventi sostenibili, rilevanti e motivati da un mutuo beneficio, mobilitando conoscenze e risorse mirate.
Il contributo economico delle comunità diasporiche, attraverso le rimesse, è spesso fondamentale per le economie nazionali degli stessi paesi di riferimento. I dati disponibili a livello globale riflettono una tendenza all'aumento delle rimesse internazionali negli ultimi anni, passando da circa 128 miliardi di dollari nel 2000 a 831 miliardi di dollari nel 2022, secondo il World Migration Report 2024 dell’OIM.
Dal 2011, l’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo (UCM) dell’OIM supporta le diaspore impegnate in attività di cooperazione allo sviluppo e di risposta umanitaria attraverso iniziative dedicate. Il programma A.MI.CO – Associazioni Migranti per il Co-sviluppo, realizzato grazie al supporto della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, prevede corsi di formazione sullo sviluppo e l'implementazione di progetti, meccanismi di finanziamento e supporto tecnico e organizzativo. Tramite l’iniziativa, più di 240 organizzazioni hanno preso parte ai corsi di progettazione e sono stati finanziati più di 50 progetti umanitari e di co-sviluppo ideati e gestiti dalle diaspore.
In Italia, molte delle organizzazioni delle diaspore impegnate in suddette attività sono riunite nel Coordinamento Italiano delle Diaspore per la Cooperazione Internazionale (CIDCI), ente del terzo settore che funge da interlocutore con gli stakeholders della cooperazione italiana per conto delle organizzazioni delle diaspore presenti in Italia. Il CIDCI è nato nel dicembre 2023 nel quadro del progetto “DRAFT the Future! Towards a Diaspora Forum in Italy” finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e portato avanti dal 2022 dall’UCM dell’OIM con l’Associazione Le Réseau. Il progetto ha coinvolto oltre 180 organizzazioni in tutto il paese, facendo sì che, il CIDCI sia attualmente composto da 9 reti regionali fondatrici, rappresentanti più di 100 organizzazioni. Il progetto ha l’obiettivo di consolidare e di contribuire al consolidamento e alla formalizzazione dell’impegno delle organizzazioni delle diaspore presenti sul territorio nazionale tramite la creazione di un meccanismo di rappresentanza nazionale nel sistema italiano della cooperazione allo sviluppo. Questa iniziativa rientra nell’impegno dell’OIM a porre i migranti e le comunità della diaspora al centro delle risposte dell’organizzazione per garantire che le azioni includano le loro voci e le loro idee su come meglio far fronte alle sfide della migrazione e promuovere tale contributo allo sviluppo.
Nel 2022, l'OIM ha ospitato, in collaborazione con il governo irlandese, il Vertice globale delle Diaspore (GDS), fornendo una piattaforma di dialogo tra governi, organizzazioni della diaspora e settore privato. Il culmine del Vertice, la Dichiarazione di Dublino, delinea un piano d'azione per istituzionalizzare e rendere operativo il capitale culturale, economico, sociale e umano della diaspora in tutte le politiche e i programmi attraverso partnerships significative tra settori e livelli di governo. Inoltre, questo settembre, l’OIM, insieme al governo di Cabo Verde, ha lanciato la Global Diaspora Policy Alliance (GDPA) durante l’International Conference on the Future Agenda of Action for Global Diaspora Engagement. L’iniziativa mira a usufruire delle conoscenze, l'innovazione e le risorse delle comunità della diaspora per creare soluzioni durature alle sfide globali.
La crescente istituzionalizzazione delle diaspore a livello globale dimostra che la partecipazione delle diaspore africane sarebbe essenziale per rappresentare in maniera comprensiva, all’interno della Cabina di Regia, la voce dei paesi africani, coinvolti non solo attraverso i loro governi, ma anche tramite i cittadini africani in Italia o di seconda generazione come attori direttamente impegnati nello sviluppo sociale, culturale, politico ed economico dell’Italia e del proprio Paese di origine. Questo potrebbe consentire al Piano Mattei di costruire realmente un dialogo equo di cooperazione che punti alla localizzazione degli aiuti e che garantisca la decolonizzazione dei rapporti con i paesi di intervento.
Il Piano Mattei, inoltre, mira ad aumentare gli sforzi collettivi per garantire e rafforzare i percorsi per una migrazione regolare e sicura e per individuarne di nuovi. È essenziale che questo obiettivo diventi un impegno concreto per rendere la migrazione una forza positiva che contribuisce alla prosperità e alla crescita delle società. Espandere e investire in canali sicuri, regolari e ordinati per la migrazione può contribuire a ridurre la migrazione irregolare, a promuovere la tutela dei diritti umani e lo sviluppo sostenibile dei Paesi di origine, transito e destinazione, ad accelerare la crescita inclusiva, a rafforzare il lavoro dignitoso, e a colmare i divari di manodopera, permettendo al contempo l’adattamento alle dinamiche di migrazione sempre più complesse.
In questo senso, l’OIM lavora per sbloccare il potenziale della migrazione assistendo gli Stati nello stabilire, espandere e migliorare i percorsi di migrazione regolare, riducendo la migrazione irregolare, in linea con uno dei tre obiettivi principali del nuovo Strategic Plan 2024 – 2028 dell’OIM. Anche in questo quadro, le organizzazioni della diaspora risultano essere partners chiave nel potenziamento dei percorsi migratori regolari, nel creare un ponte tra i Paesi di origine e quelli di accoglienza – rafforzando i partenariati – e nel sostenere l'intero processo migratorio. Pertanto, riconoscere le diaspore come veri e propri partners permette loro di negoziare, sostenere e fornire soluzioni per le loro comunità durante l'intero ciclo migratorio – dalla fase di pre-partenza a quella dell’eventuale ritorno. La necessità di massimizzare il contributo positivo dei migranti allo sviluppo sostenibile dei Paesi di origine, transito, destinazione e accoglienza, e di rafforzare la cooperazione tra gli Stati per garantire una migrazione sicura, ordinata e regolare, è stata inclusa nei principi guida del Pact for the Future, adottato a seguito del Summit of the Future 2024.
In conclusione, si può affermare che la migrazione è il filo rosso che lega le molteplici questioni sollevate dal Piano Mattei. Affinché la migrazione apporti benefici anche alle altre direttrici di intervento del Piano, è fondamentale adottare un approccio che miri a valorizzare
gli aspetti positivi della mobilità umana in ogni sua fase e per tutte le parti (Paesi di destinazione, di transito, di origine e migranti stessi), promuovendo l'integrazione e l'inclusione sociale, economica e culturale dei migranti e dei rifugiati nei Paesi di accoglienza e adottando misure efficaci per garantire l'accesso ai meccanismi di protezione e ai servizi sociali e sanitari di base, ai sistemi educativi nazionali e al superamento degli ostacoli all'integrazione nel mercato del lavoro. Si tratterebbe di ampliare il dialogo e la cooperazione, non solo con i Paesi di origine e le nazioni africane (le quali spesso sono Paesi di destinazione, considerando che, secondo i dati dell'OIM, circa l'80% della migrazione in Africa occidentale rimane all'interno della regione, sottolineando ulteriormente la complessità e le dinamiche regionali della migrazione), ma anche con i Paesi di transito e di destinazione e i migranti stessi come attori di sviluppo, affinché ci si occupi di tutte le fasi del ciclo migratorio e nessuno venga lasciato indietro.