Il Senegal e la sua diaspora ancora al voto domenica 17 novembre 2024
Nella storia politica del Senegal, il 2024 sarà ricordato per i suoi significativi cambiamenti ed impegni elettorali. A marzo 2024 è stato eletto il nuovo Presidente Bassirou Diomaye Faye segnando una discontinuità rispetto al precedente Maki Sall, caduto anche lui - come tanti - al richiamo del terzo mandato consecutivo, negato dalla costituzione. Il giovane e poco noto Faye ha ottenuto la vittoria (54% dei voti) crescendo all’ombra di Ousmane Sonko, entrambi finiti in carcere al tempo di Maki Sall come minaccia per lo stato.
Le tensioni politiche rispetto ai maldestri tentativi di Maki Sall di rimanere al potere si sono innestate in un deteriorato e complesso contesto socioeconomico. Alta l’incidenza della povertà tra la popolazione (37,5% nel 2021/22), alta disoccupazione giovanile e forti disuguaglianze sociali, impatto dell’inflazione (scesa da quasi 10% al 6%), settori chiave come l’agricoltura e la pesca in sofferenza, crescenti impatti dei cambiamenti climatici in aree rurali e costiere, oltre che costanti flussi di migrazioni irregolari come via d’uscita alla povertà.
Il partito di Faye e Sonko è il PASTEF (Patriotes Africains du Sénégal pour le Travail, l'Éthique et la Fraternité) che si esprime nella realizzazione della sovranità economica del paese e di importanti riforme strutturali, oltre che in posizioni panafricaniste e anti-imperialiste. Alcune promesse del programma elettorale del PASTEF hanno incontrato difficoltà di realizzazione: il tentativo non andato a buon fine (non trovando la maggioranza dei voti in Parlamento) di sopprimere due istituzioni – il Conseil économique, social et environnemental e l’Haut conseil des collectivités territoriales – per ridurre la spesa pubblica e ottimizzare la governance. Ugualmente, complessa e criticata è stata l’iniziativa per la regolarizzazione dei venditori pubblici/ambulanti (in un paese in cui si stima il 50-60% di economia informale).
Nella volontà di far avanzare politiche di cambiamento e rinnovamento nel paese, il PASTEF ha incontrato l’ostacolo del Parlamento, indicendo cosi nuove elezioni per rinnovare l’Assemblea Nazionale (eletta nel 2022) e cercare una maggioranza più solida e favorevole.
Nell’affrontare le turbolente elezioni presidenziali di marzo 2024, il PASTEF si presentò all’interno di una colazione, mentre al voto per il nuovo Parlamento (domenica 17 novembre 2024) il partito si presenta da solo, pure se in compagnia di altre 40 liste elettorali. Nel presentarsi da solo possiamo leggere una strategia di conferma elettorale dei propri consensi e di costruzione di una maggioranza allineata tra esecutivo e parlamento. Il sostegno al PASTEF è infatti alto - ad oggi - tra larga parte della popolazione e soprattutto tra i giovani e la diaspora e ancora forte è l’entusiasmo popolare e la speranza di un cambio di passo.
L’Assemblea Nazionale è composta da 165 seggi eletti attraverso 53 circoscrizioni in Senegal e 8 all’estero. I seggi della diaspora sono cosi distribuiti: Nord Africa (1 seggio), Africa occidentale (3), Africa centrale (2), Africa meridionale (1), Europa meridionale (3), Europa centro-occidentale-nord (3), America-Oceania (1) e Asia-Medio Oriente (1). Gli elettori sono 7 milioni in Senegal e quasi 340.000 all’estero.
Le prime esperienze di voto all’estero per i cittadini senegalesi risalgono al 1993 e poi al 2000 e nel paese cruciale è stato l’accresciuto ruolo istituzionale (agenzia/Ministero) rivolto alla diaspora. I cittadini senegalesi possono votare all’estero (presso le sedi consolari/ambasciate) se in possesso di un documento di identità (basta la carta di identità Senegalese) e della tessera elettorale. É evidente il peso elettorale della diaspora come anche la sua influenza indiretta – ossia la capacità di influenzare voti dei propri familiari in patria, anche a fronte delle rimesse monetarie che rappresentano un asset per il sostegno di molte persone e comunità.
In vista del voto di domenica 17 novembre, CeSPI ha dialogato con una candidata per la circoscrizione della diaspora e con alcuni rappresentanti dell’associazionismo senegalese in Italia (Sunugal) che ha organizzato un incontro pubblico (sabato 9 novembre 2024, presso il Centro Internazionale di Quartiere a Milano) per un confronto con diversi candidati.
Questo breve articolo vuole portare attenzione a un importante momento delle dinamiche politiche-elettorali in Senegal, sottolineando la dimensione del transnazionalismo politico della diaspora[1] come attore in grado di influenzare scenari e politiche nel paese di origine. Ovviamente, il contesto di vita all’estero e l’esito del processo di integrazione (sociale, economica, culturale, politica) condizionano molto la visione e l’ingaggio della diaspora nella cosa pubblica senegalese. Essere diaspora in Italia, Francia, negli Stati Uniti o nei paesi del Golfo porta molto probabilmente a vissuti diversi che condizionano il pensare e il proiettarsi “qui” e “li”.
Tra i temi sollevati all’incontro milanese di confronto tra elettori senegalesi e alcuni candidati deputati si evidenziano questioni che esulano dal tema strettamente politico-ideologico.
Non esiste un partito della diaspora, ma la diaspora rispecchia il multi-partitismo del sistema senegalese, nonostante siano anche presenti spinte per creare un partito o movimento politico civico sankarista della diaspora che possa rispondere ai comuni bisogni.
Portabilità dei diritti tra paese di origine e di destinazione: la richiesta della diaspora al governo del paese d’origine spinge per una mobilitazione e negoziazione (tramite firma di accordi bilaterali) in relazione di diritti di sicurezza sociale dei molti lavoratori senegalesi in Italia (portabilità della pensione, assicurazione, protezione sociale), in prospettiva di rientro.
Incentivi e facilitazione rispetto agli investimenti della diaspora in particolare rispetto al tema dell’abitare/immobiliare come anche rispetto ad attività economiche, soprattutto nell’agricoltura e nello sviluppo rurale.
La dimensioni finanziaria e monetaria è importante per la diaspora senegalese che mantiene flussi di rimesse (72,4 milioni di euro inviati dall’Italia al Senegal, II trimestre 2024 – Dati Banca d’Italia). I contributi sono individuali/familiari (per affrontare spese di consumo, cibo, educazione, salute, casa ect) come anche collettivi, per realizzare progetti di solidarietà sociale (scuole, ambulatori, ospedali, pozzi etc.). La diaspora esprime quindi interesse rispetto alla recente iniziativa della Banca della diaspora del Senegal, proposta dal Primo Ministro Ousmane Sonko per canalizzare le rimesse (a costi minori) verso progetti di piccole e medie imprese, progetti immobiliari e infrastrutture sociali.
I candidanti della diaspora in Italia si presentano nella circoscrizione “Europa del sud”, in rappresentanza dei cittadini senegalesi che vivono anche in altri paesi (ad esempio Turchia, Grecia, Portogallo). Una candidata originaria di Dakar e che vive in Italia ci ha raccontato il suo punto di vista[2]. Lei guarda a queste elezioni sollevando la questione della dipendenza e sopravvivenza dei famigliari in Senegal dalle rimesse della diaspora, in un paese impoverito negli anni da corruzione e interessi stranieri. La ricerca di una svolta politica riguarda la possibilità e speranza di traghettare il Senegal fuori dalla povertà, cosi da dare autonomia e dignità alle persone e sollevare la diaspora dalle sue responsabilità quotidiane, liberando risorse per investimenti personali o produttivi nel paese (ad esempio con la creazione di una Camera di Commercio Italo-Senegalese). Ugualmente sottolinea il bisogno che il Governo del Senegal guardi e aiuti tutti quei concittadini all’estero in condizione di vulnerabilità e che tuteli maggiormente i diritti delle donne – in Senegal e in Italia – rispetto al diritto di famiglia.
In generale, la diaspora rispecchia il bisogno di un cambiamento positivo contro la corruzione e a favore di una ripresa socio-economica nel paese. Attendiamo l’esito del voto e continuiamo a osservare con attenzione questo paese faro nella stabilità dell’Africa dell’ovest.
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[1] Ad esempio, ci viene segnalato un candidato deputato in Senegal a Ngagne Diouf (Darou Dieng) ex-membro della diaspora in Italia poi rientrato in Senegal.
[2] Abbiamo parlato con Awa Dione, candidata del Pastef per l’Europa del Sud insieme ad altri candidati (Amadou Diallo e Fode Swaadou Mane). Altri candidati della diaspora sono ad esempio Abdou Khadre Diokhane e Mama Diarra Thiam (Insieme per un futuro migliore) della coalizione Takku Wallu, legata al precedente presidente Maki Sall. Altre liste sono ad esempio la coalzione Samm Sa Kaddu (guidata dal Barthélémy Dias, sindaco di Dakar), o la colazione Jam Ak Ndierign, legata al vecchio primo ministro Amadou Ba.