Focus Migrazioni internazionali - gennaio-giugno 2017
La prima sezione del Focus è dedicata agli scenari globali più recenti in tema di migrazioni e richiedenti asilo. Il punto sullo stato di attuazione e i progressi della politica europea verso i paesi di origine dei flussi migratori e di richiedenti asilo offre ulteriori elementi di riflessione, come pure la sintesi qui presentata della proposta avanzata da due studiosi inglesi, Alexander Betts e Paul Collier, su un nuovo approccio per orientare le politiche sui rifugiati.
La sezione regionale è dedicata alla Penisola Arabica. Lo stretto braccio di mare che separa il Corno d’Africa e la Penisola Arabica costituisce uno snodo centrale per i flussi migratori che dall’Africa si dirigono verso l’Europa e verso i paesi della regione fra cui, in primo luogo, Arabia Saudita, monarchie del Golfo e Israele. Nel 2015, lo scoppio della guerra civile in Yemen ha costituito un elemento dirompente nelle dinamiche regionali, modificando non solo le rotte e le modalità di spostamento dei migranti, ma producendo, a sua volta, flussi consistenti di profughi anche in direzione opposta ai movimenti dall’Africa, con flussi di ritorno verso le aree di origine o verso i paesi dell’Africa orientale che già accolgono gli sfollati dai paesi di maggiore emigrazione del Corno d’Africa. I cambiamenti nelle politiche migratorie e di sicurezza dei paesi di transito, infine, stanno giocando un ruolo rilevante nel ridisegnare il quadro migratorio regionale, come nel caso delle restrizioni alla presenza e al transito di stranieri in Arabia Saudita o Israele, o delle politiche egiziane per rafforzare il controllo del territorio nella Penisola del Sinai.
La sezione dedicata all’Osservatorio nazionale presenta due casi studio che permettono di approfondire temi affrontati nelle prime due sezioni. La Somalia, con quasi due milioni di cittadini censiti all’estero, è il paese del Corno d’Africa con il maggior numero di emigrati. Gli ingenti flussi di profughi che solo in parte attraversano le frontiere aggravano le emergenze umanitarie che si susseguono sul territorio e nell’intera regione dell’Africa centro-orientale, in un circolo vizioso che ostacola il ripristino della stabilità e lo sviluppo. Dal 2015 il paese sta attraversando un periodo di siccità senza precedenti recenti per durata. La popolazione - già gravemente provata da povertà e sottosviluppo - esaurisce la capacità di resilienza e lascia i territori impoveriti alimentando i flussi di profughi all’interno del paese e verso l’estero.
Un violento conflitto insanguina lo Yemen, tra gli houthi, sostenuti dall’Iran e che controllano la parte settentrionale del paese, e il governo di Hadi, sostenuto dall’Arabia Saudita e che controlla le regioni meridionale e orientale. Già prima della guerra lo Yemen - un paese povero con quasi 30 milioni di abitanti, per la maggior parte giovani - importava il 90 per cento degli alimenti di base. La guerra civile sta provocando una crisi umanitaria di crescenti dimensioni, aggravata dall’epidemia di colera alla fine del 2016. La crisi umanitaria genera masse di sfollati interni (2 milioni di persone, di cui la metà sono bambini), provenienti per lo più da quattro governatorati, oltre a un numero molto più limitato – quasi 200 mila – di profughi fuggiti nei paesi vicini. Il numero relativamente contenuto di coloro che sono fuggiti dal paese è una delle ragioni per cui di questa situazione tanto grave non si parla molto nel resto del mondo.