I dilemmi dell'integrazione. Il futuro del modello sociale europeo
Il 2005 è stato un anno critico per l'Europa. La bocciatura del trattato costituzionale da parte degli elettori francesi e olandesi ha svelato il divario che separa le élites del continente dai suoi cittadini. L'omicidio di Theo Van Gogh e poi gli attentati di Londra hanno confermato, a meno di un anno da quelli di Madrid, che ormai l'Europa è teatro di jihad. Le rivolte nelle banlieues di Parigi, seguite da una ben più vasta mobilitazione popolare, hanno messo in drammatica evidenza limiti e contraddizioni del "modello sociale europeo". In questo contesto si sviluppa il dibattito su quale direzione debba prendere l'Europa per ricomporre queste ferite e ritrovare dinamismo. I governi nazionali, già lacerati sulla politica estera, sono sempre più divisi anche in merito alle questioni interne, da se e come riprendere il percorso delle riforme istituzionali alla definizione delle prospettive finanziarie per gli anni a venire. Il Rapporto 2006 sull'integrazione europea è diviso in due sezioni. La prima, monografica, ha l'obiettivo di fare il punto sullo stato dell'Unione europea e sulle sue prospettive in questa fase di crisi, con particolare riguardo al campo delle politiche sociali ed economiche. La seconda è invece divisa in rubriche: sugli sviluppi istituzionali, l'Unione allargata e l'economia mondiale, la costruzione dello "Spazio di libertà, sicurezza e giustizia" (con particolare attenzione alla lotta al terrorismo), la politica estera e di difesa.