Prospettive sulla sicurezza alimentare. Ricadute della guerra in Ucraina
Nel marzo 2022, a seguito dell’invasione da parte della Federazione Russa, l’Ucraina ha vietato le esportazioni di grano e altri prodotti alimentari per contribuire a soddisfare il fabbisogno alimentare interno. Lo stallo delle esportazioni delle attuali scorte di prodotti agricoli dell’Ucraina, le interruzioni della stagione di semina di aprile e la priorità di piantare colture per il raccolto autunnale da destinare all’uso alimentare interno hanno ripercussioni sui prezzi mondiali dei prodotti alimentari, che negli ultimi mesi sono rapidamente saliti a livelli record, mentre altri Paesi hanno imposto restrizioni alle esportazioni di prodotti alimentari.
Sempre più diffuse sono le preoccupazioni relative al peggioramento drammatico della sicurezza alimentare nel mondo, per il semplice fatto che la Russia e l’Ucraina sono produttori di grano a basso costo e sono responsabili di circa il 30% delle esportazioni globali di grano verso Paesi a basso e medio reddito del Medio Oriente, del Nord Africa, dell’Asia meridionale e dell’Africa sub-sahariana, che da quei prodotti dipendono per soddisfare il fabbisogno alimentare nazionale.
Tuttavia, non è da attribuire unicamente alla guerra in Ucraina la grave situazione attuale e le preoccupanti previsioni per il futuro della sicurezza alimentare nel mondo: dal 2020, i prezzi medi mensili dei prodotti alimentari a livello mondiale sono stati generalmente più alti rispetto a quelli degli anni precedenti per una serie di motivi collegati anzitutto alla pandemia da COVID-19, a partire dai problemi nella catena globale di approvvigionamento alimentare.
Tali elementi, insieme alla siccità che ha colpito la produzione agricola di vari Paesi, ai disastri naturali e ai cambiamenti ambientali, ai tanti e prolungati conflitti in corso nel mondo, che si aggiungono a fenomeni ormai strutturali negli ultimi decenni come la diffusione della povertà, la distribuzione iniqua delle risorse a fronte di una rapida crescita demografica, le periodiche crisi economiche e l’instabilità politica, contribuiscono all’insicurezza alimentare in tutto il mondo.